Sopra una tavoletta di legno è montata la bobina di induzione nella quale le spire del primario e del secondario, isolati fra loro, sono avvolti intorno allo stesso rocchetto; nel foro centrale della bobina può scorrere un nucleo formato da fili di ferro. I capi del primario sono collegati a due serrafili, così come i capi del secondario.

Sulla tavoletta sono montate due piccole elettrocalamite al di sopra delle quali vi è un’ancora e un interruttore a lamina sorretti da due colonnine in ottone.

Collegando il primario ad una pila, la corrente passa anche nell’interruttore, l’elettrocalamita si magnetizza e attira l’ancora, il circuito si interrompe, il nucleo dell’elettrocalamita si smagnetizza e l’ancora risale, chiudendo di nuovo il circuito e permettendo di nuovo il passaggio della corrente; il processo ricomincia. Le continue interruzioni della corrente fanno sì che nel secondario si generi una corrente indotta che può essere prelevata ai serrafili.

Lo strumento è firmato dal costruttore Alemanno – Gastaldi, Torino.

Strumento in esposizione