Su una tavola pentagonale di legno sono fissati i supporti in metallo, fra loro collegati con strisce metalliche, per alloggiare sei bottiglie di Leyda, antico nome dei condensatori. Questi sono costituti da vasi in vetro ricoperti parzialmente all’esterno da sottili fogli di stagno, che costituiscono l’armatura esterna; in ogni vaso il tappo di legno forato regge un’asta in ottone, alla cui estremità sono attaccate numerose strisce di stagnola; queste vanno quindi ad appoggiarsi sul fondo del vaso formando l’armatura interna del condensatore. Le aste che fuoriescono dai tappi sono incurvate in modo da collegarsi ad un’unica sferetta centrale.

Il collegamento realizzato in questa batteria (collegamento in parallelo), che mette in comunicazione da un lato tutte le armature interne e dall’altro tutte le esterne, consente di accumulare una grande quantità di carica, così da produrre ai capi di uno scaricatore intense scintille.

Lo strumento risulta acquistato nell’anno 1821-22

Strumento in esposizione