Questo tipo di accendilume si differenzia dal modello 1ME per la forma del recipiente di vetro in cui avviene la produzione di idrogeno. Un doppio vaso di vetro dotato di coperchio è appoggiato ad una scatola di legno di noce. Nel vaso più interno, dove è inserita una sbarra di zinco, avviene la reazione con l’acido diluito e la produzione di idrogeno che è convogliato verso il rubinetto posto sul coperchio. La base dello strumento racchiude un elettroforo, costituito da un piatto di peltro appoggiato su uno scudo di resina che può essere estratto e caricato per strofinio con una pelliccia. Azionando il rubinetto, il gas fuoriesce dall’ugello e, al tempo stesso, si solleva lo scudo dell’elettroforo che va a toccare un elettrodo in ottone. Fra le punte poste davanti al vaso di vetro scocca una scintilla che infiamma il gas. Questo a sua volta accende una piccola candela inserita in un supporto.

Restaurato nel 2017 da Paolo Brenni e Anna Giatti nei laboratori della Fondazione Scienza e Tecnica di Firenze.

Strumento in esposizione