L’apparecchio riproduce i pianeti che compongono il Sistema solare. La parte interna è racchiusa in un cerchio orizzontale rappresentante l’eclittica (l’orbita vera della terra o quella apparente del Sole); sul cerchio sono scritte le dodici costellazioni dello zodiaco, i mesi dell’anno con le suddivisioni dei giorni, i punti cardinali e i 16 venti principali, le stagioni.
Al centro del meccanismo un perno sorregge il globo dorato del Sole, Mercurio e Venere. La Terra, montata su un asse inclinato, è un globo ricoperto di carta con disegnati i continenti; la Luna (mancante) era sostenuta da un braccio in ottone e poteva ruotare intorno alla terra.
I pianeti esterni Marte, i quattro asteroidi Vesta, Cerere, Pallade e Giunone che orbitano fra Marte e Giove, Giove con i suoi quattro satelliti, Saturno con l’anello e 7 satelliti, Urano (mancante) sono sorretti da aste di ottone fissate alla base.
Un arco di ottone sovrastante il sistema rappresenta l’orbita di una cometa.

Il sistema di ruote azionate dalla manovella laterale imprime il movimento alla piattaforma simulando il moto di rivoluzione e di rotazione terrestre intorno al proprio asse, la cui inclinazione di circa 23° è costante. Sulla puleggia principale, dalla parte opposta rispetto alla Terra, è inserito un indice che, scorrendo sul disco orizzontale, rappresenta la posizione apparente del Sole durante l’anno.
Il planetario consente di spiegare i fenomeni legati al movimento della Terra, come le stagioni e la durata del dì e della notte. Per mostrare in particolare il susseguirsi delle stagioni, ci si riferisce all’indice per determinare il giorno da considerare; in quel giorno, l’asse terrestre assume una particolare inclinazione.
Se, ad esempio, si fa girare la piattaforma in modo che l’indice corrisponda al 21 di giugno, giorno del solstizio d’estate in cui il Sole passa dalla costellazione dei Gemelli a quella del Cancro, si vedrà la Terra, dalla parte opposta all’indice, inclinata verso il Sole: nell’emisfero boreale sarà estate e nell’emisfero australe inverno.
Il planetario fu donato al Liceo Dipartimentale dal Prefetto del Dipartimento del Serio nel settembre del 1812. È firmato dal costruttore Charles Rouy e datato.
Restaurato nel 2017 da Paolo Brenni e Anna Giatti nei laboratori della Fondazione Scienza e Tecnica di Firenze.
Strumento in esposizione.

Approfondimento

Il documento conservato nell’Archivio storico del Liceo Sarpi attesta l’ingresso dello strumento nel Gabinetto di Fisica.
Trascrizione:
Regno d’Italia
Bergamo 7 settembre 1812
Il Prefetto del Dipartimento del serio
Al Sig. Reggente del Liceo in Bergamo
La prevengo, sig. Reggente, che dal Direttore generale della pubblica Istruzione mi è stata trasmessa una nuova macchina uranografica inventata dal Sig. Carlo Rouy ed acquistata dal S.Ecc.za il Sig. Conte Ministro dell’Interno pel gabinetto di Fisica.
La prevengo inoltre che di questa macchina ho già fatto consegna al Sig. Professore Maccarani che ne avrà diligente cura per uso della sua cattedra.
Il prezzo d’essa che è di £. 140 sarà caricato sulla dote dello Stabilimento.
Mi pregio d’attestarle la mia più distinta stima