L’eudiometro fu utilizzato nell’ultimo quarto del XVIII secolo per studiare le proprietà dell’aria e in generale dei gas. Alessandro Volta ne fece largo uso, a partire dal 1777, per misurare la quantità di ossigeno presente nell’aria e, da qui, dedurne la sua salubrità. L’apparecchio esposto è un modello modificato da Volta nel 1783 per ottenere misure più accurate.
È formato da un cilindro di vetro racchiuso in un’armatura di ottone alla cui estremità inferiore doveva essere avvitata una base a forma di imbuto munita di un rubinetto.  All’estremità superiore del vaso è inserito un sottile conduttore che termina all’esterno con una pallina d’ottone, per produrre la scintilla per mezzo della piccola bottiglia di Leida in dotazione. Una coppa dotata di rubinetto è avvitata all’estremità superiore del vaso e in essa si inserisce una lunga canna di vetro, racchiusa da un’intelaiatura metallica.
L’eudiometro è dotato di accessori: due misurini (numero di inventario 67E – Liceo Sarpi, in deposito presso il Museo); una piccola bottiglia di Leida 9MF-a)
Una scala graduata è incisa sulle armature di entrambi i cilindri: sul cilindro di diametro maggiore la scala riporta divisioni da 10 a 400; sul cilindro di diametro minore le divisioni della scala vanno da 0 a 200.
L’esperienza prevedeva che, chiuso il rubinetto superiore, si riempisse il cilindro grande con acqua e, mantenendo la base dello strumento immersa in una vasca piena d’acqua, si immettessero nel cilindro volumi noti di idrogeno (denominato all’epoca aria infiammabile metallica) e volumi noti di aria atmosferica, usando gli appositi misurini in dotazione, muniti di una chiusura a baionetta.
La miscela di gas andava ad occupare la parte superiore del cilindro, che, a questo punto, veniva chiuso anche nella parte inferiore. Facendo scoccare una scintilla all’interno del gas, si otteneva la reazione fra l’idrogeno e l’ossigeno contenuto nell’aria, con la formazione di vapore d’acqua.
Per misurare con accuratezza i volumi dei gas residui, da cui dedurre la quantità di ossigeno che aveva reagito, si apriva il rubinetto superiore, permettendo al gas residuo di occupare la canna lunga, in cui la scala è più dilatata.
Nel primo inventario del 1793 del Gabinetto di Fisica, in corrispondenza del n.1 della sezione Aerometria, si legge:

L’eudiometro del sig. Volta composto di una canna o tubo di cristallo grosso con due rubinetti d’ottone sotto e sopra; a questo va unita altra canna lunga di cristallo con due scale graduate; due misurini di cristallo con armature d’ottone opera del regio Macchinista signor Abbate Re.
E, in corrispondenza del numero 2: Piccola boccia di Leida fatta dal medesimo

Strumento in esposizione nella sezione di Elettricità