L’apparecchio mostra l’andamento dei raggi ottici in un cannocchiale terrestre.
Dalle estremità dell’oggetto, rappresentato da una freccia posta sul fondo della tavoletta di legno, si dipartono i fili colorati che, simulando l’andamento dei raggi luminosi, raggiungono la parte opposta della tavoletta dove confluiscono nell’occhio.

Le lenti sono rappresentate dai dischetti trasparenti montati in cerchi di legno nero; i forellini praticati nei dischetti guidano i fili lungo il percorso dall’obiettivo all’oculare attraverso le lenti; il primo dischetto davanti alla freccia rappresenta l’obiettivo, l’oculare è l’ultimo davanti all’occhio.
L’andamento dei raggi di luce mostra che l’obiettivo fornisce un’immagine capovolta e rimpicciolita rispetto all’oggetto, come si verifica nel telescopio. Per il raddrizzamento dell’immagine necessario per una visione terrestre, occorre aggiungere un sistema di due lenti con fuochi opportuni, fra i quali avviene l’incrocio dei raggi luminosi. L’immagine raccolta dall’oculare e perciò diritta e ingrandita. Dagli inventari risulta acquistato da Tecnomasio di Milano nel 1868.
Strumento in esposizione.